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Wednesday, July 29, 2009

REMEMBER THE 5th OF NOVEMBER



V per VENDETTA
Alla Warner Bros. hanno seriamente rischiato grosso questa volta.
V for Vendetta è il film più iconoclasta, ribelle, insurrezionale, violento e ideologicamente potente del nuovo secolo. Un vero pugno chiuso. Tanto di cappello.
 
Dove finisce la lotta per la libertà, e dove inizia il terrorismo? Qual è il limite invalicabile oltre il quale la ribellione diventa crimine? V per Vendetta, per la prima volta, sembra darci una risposta, e non è assolutamente quella che ci aspetteremmo da un film hollywoodiano.
 
La vicenda si colloca in un futuro molto prossimo, in un'Inghilterra in stato dittatoriale: la peste e la guerra hanno distrutto gli USA, e l'isola oltremanica sembra essere diventata l'unico baluardo di civiltà al mondo. Ma che civiltà può nascere da una dittatura? Cosa c'è di civile in una nazione che controlla ogni movimento del popolo, che punisce l'omosessualità con il carcere, che reprime ogni forma di diversità, che sequestra tutta la musica, che brucia i libri, che impone programmi televisivi che offuschino le menti dei cittadini, che pone il coprifuoco la notte, che nasconde tra le fila del suo governo le persone più marce e corrotte e macchiate da crimini simil nazisti della sua politica? E' qui che entra in gioco V, un vendicatore mascherato (non spoilerizzo la sua storia), che ha la forza e il coraggio e l'immortalità dell'idea che lo muove. E il resto è storia.
 
Il film del quasi esordiente James McTeigue (aveva lavorato come seconda unità sui set dei Wachwoski e di Lucas) è un successo ad ogni livello. A livello epidermico, l'impatto è notevole: grandi scene d'azione, ritmi calibrati perfettamente, un climax ascendente di rara potenza, una storia forte e coinvolgente, il film è un grande blockbuster d'intrattenimento. Non ci sono momenti di stasi, il montaggio è terrific, fluido, e non lascia nulla inspiegato o al caso. Un grande lavoro concertistico tra le parti.
 A livello cerebrale, l'impatto se possibile è ancora più stordente: assuefatti come siamo a storie lineari, a vicende medie e mediocri, all'assenza di idee nel cinema moderno, V è davvero una sferzata di energia e di potenza: il film è forte, violento a livello ideologico, ambiguo, un'apologia della violenza rivoluzionaria. Ti travolge completamente.
A livello emotivo è ancora una volta un film di grande intensità: i sub plot del film (la storia di Evey, di V, dei prigionieri) sono trattati con grande, enorme sensibilità, e molte sequenze sono memorabili, compreso uno dei più straordinari finali visti di recente, dalla valenza rivoluzionaria e commovente ed euforica allo stesso tempo.
 
Natalie Portman conferma di essere un'attrice di enorme talento. La sua prova nel film è complessivamente riuscita, anche se ho qualche piccola riserva sul suo casting nel film. Intendiamoci, è comunque sensazionale e coraggiosa, e le sequenze delle torture nella prigione sono efficaci e terribili proprio grazie a lei. Ma ho qualche leggerissimo e velato dubbio sulla scelta di questa attrice per interpretare Evey. Nel complesso però una prova più che buona.
Ma la vera star, la vera icona del film è V. Sotto la maschera, che non viene mai tolta dal suo volto, si nasconde il sempre devastante Hugo Weaving. L'ottimo doppiaggio di Gabriele Lavia (grandissimo) rende questo personaggio ancora più riuscito. Recitare sotto una maschera sorridente è quanto di più difficile si possa richiedere ad un attore, che deve unicamente contare solo sulla gestualità e sui dettagli dei movimenti. Semplicemente ipnotico. Hugo Weaving è grandioso, elegante nei combattimenti, forte e potente ma con un'innata gentilezza, un'umanità e una compassione che stridono con la violenza e la determinazione delle sue idee. Una prova da urlo, e da riascoltare necessariamente in lingua originale.
Perfetto il resto del cast, con una citazione particolare per Sinead Cusack, la dottoressa Delia: amazing.
 
Tecnicamente il film è strepitoso, ma non è la tecnica a renderlo un grande film: la buona fotografia del veterano Adrian Biddle (morto a dicembre e alla cui memoria è dedicato il film) gioca sui toni notturni e liquidi di una Londra nazifascista, mentre le scenografie simil espressioniste di Owen Paterson sottolineano il clima claustrofobico e teso. Dario Marianelli alla musica si conferma (dopo il devastante score di Pride & Prejudice) come uno dei miei eroi personali.
 
Straordinaria, e capace di reggere la potenza del fumetto di Moore e Lloyd, è la sceneggiatura dei fratelli Wachowsky: sensazionale. Un unico pezzo di bravura, chiara, lineare, potentissima, con momenti di pathos da lacrime agli occhi, davvero una gemma luminosa. Complimenti.
 
In due parole, il film è un semi capolavoro. Non do come voto A solo perchè voglio aspettare. Ci sono alcuni film di cui conosci fin da subito il loro status di capolavoro: Brokeback Mountain, King Kong per citare gli ultimi A-List Film. Con V per Vendetta, che è un film di enorme complessità e pregnanza, voglio aspettare.
 
In ogni caso un'opera da vedere, per rivedere noi stessi.
 
VOTO:  B+  /  A-
 


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