Sunday, August 2, 2009

JACK, TI GIURO



I SEGRETI DI

Brokeback Mountain

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"Potrebbe essere così..esattamente così..per sempre"

Il commento sarà inserito domani o in altra data, perchè adesso non ce la faccio..non ho parole. Non riesco ad essere lucido in questo momento. Ho ancora negli occhi le immagini del film, non riesco ad allontanarmi da Brokeback Mountain.

Non riesco a pensare, non riesco a fermare un attimo la mia mente.

"Se solo riuscissi a lasciarti.."

A volte mi capita questo al cinema. E' raro, ma succede.

E quando succede mi cambia la vita.

E' successo con i film che vedete qua a fianco, i miei film preferiti.

E stasera mi succede con Brokeback Mountain.

Mi accorgo di non godere semplicemente di un film. Mi accorgo di non provare la passione folle e audace (come per King Kong ad esempio), che ti porta alle lacrime e all'amore epidermico.

Ma succede, invece, di trascendere tutto questo.

Ora mi trovo qui, in camera mia, e mi accorgo che Brokeback Mountain sta crescendo dentro di me. Lo so, non mi faccio un grande onore a parlare di questa mia follia, ma davvero non saprei come descrivere il momento.

Ci sono dei film che non rimangono sullo schermo del cinema. E che nemmeno entrano semplicemente nel tuo cuore. Ci sono dei film che entrano nelle tue vene, e che si riproducono in te, e che come un piccolo alien crescono, crescono, e ti infiammano il cervello, ti bruciano il cuore, ti violentano l'anima. Lo sento. Riesco a sentirlo. E so che domani, appena sveglio, tornerò a pensarci, e che nel pomeriggio dovrò parlarne con qualcuno, e dopodomani ancora..e ancora..

Brokeback Mountain, come penso abbiate capito, è  mani basse il miglior film dell'anno.

Sensibile, poetico, disperato, il film di Ang Lee è un successo su ogni fronte.

La regia è stupefacente. Lucidissima, sensibile ad ogni dettaglio, una direzione degli attori da capogiro, un amore per il racconto e un rispetto per i personaggi (nonchè per lo spettatore) ammirevole. E' un film che procede per sottrazione, toglie, leva, lascia pure le forme e solleva l'idea portante (al contrario della moda corrente che tende a soffocare l'idea sotto il peso di fronzoli inutili). Ang Lee, taiwanese, dipinge in west arcaico e iconico, che toglie il fiato per la precisione dei dettagli (la scena del Ringraziamento è esemplare) e l'amore viscerale per la storia. Dopo La Tigre e il Dragone, e l'incompreso Hulk, Ang Lee con Brokeback Mountain si dimostra uno dei più raffinati autori viventi.

Ma sono le performance degli attori a rendere questo film un'esperienza indimenticabile.

Penso che non riuscirò MAI a dimenticare l'Ennis Del Mar di Heath Ledger. Non riesco a credere a quanto ho visto. Stupefacente. Dopo questo film non posso che esserne un fan devoto. Un ritratto così accurato, un'interpretazione senza una pecca, un lavoro fatto di implosione e silenzio. La scena del loro primo bacio, nella tenda, la lotta di un uomo con se stesso, la paura, il desiderio, la volontà di soffocare il desiderio, l'angoscia per i suoi gesti che non conosce, la liberazione.. tutto questo in un movimento di spalla, in uno sguardo, in un'espressione delle labbra. Se Heath Ledger non vince l'Oscar faccio un sit-in davanti al Kodak Theatre.

Il Jack Twist di Jake Gyllenhaal è un personaggio agli antipodi rispetto a Ennis Del Mar. Aperto, solare, esplosivo nei modi e nei gesti, vive l'amore in maniera più positiva e ottimista. Non è disposto al sacrificio, a sacrificare i suoi sentimenti e per questi lotta, combatte. Jake Gyllenhaal è sorprendente, senza di lui Heath Ledger non avrebbe potuto fare quanto ha fatto. Il suo Jack Twist è altrettanto indimenticabile.

E poi tutti i personaggi comprimari: da urlo.

Michelle Williams (Alma Del Mar) è istantaneamente commovente: una donna che ama e non può amare, che sa tutto e resiste e cede, e affronta. Un'interpretazione silenziosa, fatta di sguardi, lacrime. Anne Hathaway (Laureen Twist) è altrettanto sorprendente: davvero un applauso al direttore del casting. Chi immaginava che la Pretty Princess fosse una simile presenza scenica? Convincente in ogni inquadratura, con un dialogo finale dolorosamente rivelatore (anche delle doti attoriali dell'attrice peraltro). Ma la mia favorita è Linda Cardellini: un cameo di 4 minuti a dir tanto, ma che è assolutamente indimenticabile. Ha il fuoco dentro. Anna Faris strepitosa.

La sceneggiatura (tratta dal capolavoro di E.Annie Proulx "Gente del Wyoming") è il miglior pezzo di scrittura cinematografica dell'anno. Scarna, puntuale, estremamente reale, con alcuni momenti di altissimo pathos e con frasi epocali che qua e là innervano il film con risultati lancinanti. Ma è soprattutto la descrizione dell'ambiente ad essere convincente. Il Wyoming degli anni '60 è un inferno fatto di prefabbricati e di lavori mal pagati, di stalle mal tenute, di fattorie di pessima costruzione e appartamenti squallidi e sporchi. Non è più tempo per il west. Scenografie da urlo, un'attenzione per il dettaglio che torna in ogni inquadratura. Strepitoso.

La fotografia di Rodrigo Prieto (uno dei miei fotografi di scena preferiti, di sempre) è di rara bellezza, e ancora una volta di più sottolinea la vera funzione di Brokeback Mountain come luogo della memoria, del ricordo. I paesaggi naturali sconfinati,  di fredda meraviglia, limpidi come il cristallo sono il luogo dove è possibile l'amore tra i due protagonisti, mentre la città, quasi sempre in notturna, con colori molto saturi e virati sul nero, e le cui uniche luci sono quelle esplosive e fittizie dei fuochi artificiali o quelle fluo e accecanti delle insegne luminose, è il luogo dell'amore impossibile e del rimpianto.

E poi componente fondamentale la musica di Gustavo Santaolalla, che ricorda i ritmi ripetitivi e ipnotici di un Philip Glass latineggiante. Stupendi assoli di chitarra acustica, quasi ballate country/blues, di disperata poesia, che innalzano il film a livelli di oscuro dolore. Incantevole.

Insomma, Brokeback Mountain è un film che non dovete farvi scappare. E' stato a lungo definito come un film sulle convenzioni e costrizioni sociali, ma secondo me il nocciolo del film non sta in questo. Brokeback Mountain è una meravigliosa storia d'amore. L'amore tra due persone che trovano il loro unico momento di felicità nell'altro. Il resto è morte, è tutta morte. C'è una bellissima sequenza nel film, in cui i due ragazzi, ormai trentenni, si ritrovano dopo molti mesi di lontananza a passare finalmente una sola settimana insieme. E li vediamo cavalcare insieme, da soli, in silenzio, in quel luogo magico e mistico che li ha fatti incontrare. Ci sarà stato il sesso, certo, e le parole, e le confidenze e le carezze, ma è in quel preciso momento, proprio lì, in quell'attimo di lungo silenzio condiviso, che i due riescono a dar vita al loro amore, a soddisfare il loro desiderio di "stare insieme". In quell'attimo non esiste nient'altro al di fuori di loro. Non c'è la città, non c'è la vita vera, non c'è passato e non c'è futuro. C'è Brokeback Mountain, c'è il qui e l'ora, c'è il presente che brucia e che brucerà per sempre.

La montagna del titolo è proprio questo luogo. Un luogo fisico e emozionale in cui il ricordo diventa presente, in cui la memoria diventa rifugio da un'esistenza che non ha senso. Tornare a Brokeback Mountain è tornare in quel luogo, dove c'è spazio solo per una cosa.

Il film, non che ci sia bisogno di dirlo, è intimamente doloroso. Quel dolore che cresce, e ti soffoca le viscere e che non puoi guarire pensando ad altro o accendendo la tv. Non è una pugnalata al cuore, ma è un filo spinato che ti avvinghia l'anima. Il dolore che non puoi respirare e che vorresti non pensarci..ma allo stesso tempo solo il pensarci più alleviare le tue pene. Il dolore di chi deve negare l'amore e con quello deve rinnegare se stesso e la sua felicità.

Il problema è questo: cosa rimane ad una persona senza l'amore? cosa resta di vagamente sostituibile all'amore? La risposta la sappiamo. Nulla.

Ang Lee ci mette di fronte ad un mondo che fatalmente non è poi molto diverso da quello in cui viviamo, e questo epico melodramma tragico che è il film, e la vita umana d'altronde, ci fa toccare davvero con la punta delle dita il baratro dell'inferno. E purtroppo, quello che davvero sconvolge e distrugge (e che è il cuore della tragedia) è rendersi conto che in fondo non siamo poi così lontani dal nostro paradiso.

 

VOTO: A

 

PS: scusate la lunghezza e la bruttezza della recensione, ma davvero ancora non ragiono. Non ce la faccio neanche a rileggere..quindi sono responsabile solo in parte di quello che ho scritto.


per SIMONE: certo che ho letto e ti ho anche mandato una mail di ringraziamento!! non ti è arrivata?! grazie mille del supporto..i need you!! :)

 



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